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«Si tratta della ristrutturazione della vecchia casa di famiglia – racconta l’architetto Luca D’Errico, progettista e committente allo stesso tempo: l’idea progettuale nasce dalla volontà di approcciarsi al passato mantenendone il ricordo, senza rinunciare al carattere contemporaneo dell’architettura dei nostri tempi e all’efficienza energetica». La ristrutturazione è quindi un delicato equilibrio tra il rispetto dell’esistente e l’introduzione del nuovo.

Gli esterni, rifiniti con una tinta chiara che varia con il cambiare della luce del giorno, conservano, seppur con qualche modifica, l’aspetto e il volume della vecchia casa degli anni Sessanta. Il risultato è una villa dalle linee eleganti, che deve il suo aspetto attuale alla cura dei dettagli e al rispetto dell’esistente.

Le principali modifiche hanno interessato le finestre: alcune, infatti, sono state spostate, altre ampliate fino a trasformarsi in grandi vetrate. Alcuni elementi aggiuntivi, invece, movimentano i prospetti, come il parapetto che, se da un lato offre protezione agli interni dall’eccessivo irraggiamento solare della stagione estiva, dall’altro interrompe la continuità liscia della facciata, altrimenti troppo omogenea. 

La distribuzione degli interni segue lo schema verticale dei piani, con ampia zona giorno sotto e zona notte sopra. «L’obiettivo era dare più spazio a soggiorno e cucina, dove trascorriamo la maggior parte del tempo – spiega l’architetto –. Abbiamo quindi rinunciato alla camera al piano terra e adibito l’intero primo livello agli ambienti privati, riservati alla famiglia». I due piani sono tra loro connessi tramite una sinuosa scala a chiocciola, elemento centrale e cuore della ristrutturazione, che sostituisce la precedente scala, sempre a chiocciola, ma in ferro battuto. Gli spazi del piano terra sono stati concepiti e studiati in modo che la nuova scala fosse visibile da ogni punto. Il rivestimento in cemento resina, di colore bianco, si staglia in un armonioso contrasto con il resto della casa e trasforma la scala in elemento scultoreo, al contempo estetico e funzionale. Il blocco scala nasconde uno scheletro in elementi prefabbricati assemblati in cantiere e resi solidali da un unico getto di calcestruzzo, che rende un tutt’uno indissolubile la struttura e i piani.

 

La ristrutturazione totale ha interessato l’intero involucro edilizio, coibentato con la posa di un cappotto in eps, che avvolge tutte le pareti, con uno spessore di 8 centimetri, sufficiente a migliorare le prestazioni energetiche della casa, che raggiunge la classe A4 nazionale. Il cuore tecnologico della ristrutturazione è un sistema in pompa di calore, un unico blocco capace di gestire riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria. La distribuzione del calore passa attraverso i pavimenti, realizzati in gres porcellanato di spessore ridotto, per garantire una buona conducibilità termica e aumentare la prestazione dei pannelli radianti. La produzione di acqua calda è integrata dai pannelli solari posati sulla falda Sud, per sfruttare al massimo il sole dell’isola. Un sistema di ventilazione e deumidificazione assicura il corretto apporto di aria, che circola sempre pulita negli ambienti interni e permette di riscaldare o raffrescare naturalmente lo spazio indoor grazie a uno scambiatore di calore integrato. In questo modo la pompa di calore si attiva solo nei periodi più freddi o più caldi. I tubi della ventilazione meccanica corrono nascosti dietro il controsoffitto in cartongesso: l’impianto c’è, ma non si vede. Il tutto è regolato da una gestione smart, che monitora i parametri dell’intero sistema e consente un’elevata flessibilità di esercizio. L’architetto ha voluto una casa senza gas, alimentata solo dall’energia elettrica. La scelta, al momento, di non installare i pannelli fotovoltaici è legata soprattutto alle esigenze dei padroni di casa, che per motivi di lavoro sfruttano poco l’abitazione nel periodo estivo, quando un sistema di questo genere potrebbe rendere al meglio, ma gli architetti hanno progettato tetto e impianto così da essere predisposta l’installazione, in modo che un domani il passaggio possa essere facilmente attuabile e la casa possa diventare ancora più autosufficiente. (di Giulia Fontana)

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